Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XX – 21 ottobre 2023.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Il sesso dei neonati influenza la
risposta allo stimolo cutaneo del “tocco affettivo”.
Isabella Mariani Wigley dell’Università di Padova con Jetro
Tuulari dell’Università di Turku in Finlandia e altri
colleghi finnici e svedesi hanno condotto uno studio sulla risposta tattile allo
sfioramento gentile della superfice cutanea di neonati a termine, il cui
cervello ha già attivo il circuito sensoriale per la percezione di questo
stimolo. Durante il rilievo di immagini cerebrali mediante fMRI, la gambina
destra dei neonati (10 maschi e 8 femmine) era sfiorata da una stimolazione
standard. L’esame dei pattern funzionali cerebrali di risposta al tocco
leggero era significativamente diverso tra maschi e femmine, con maggiori
differenze in sedi sottocorticali. Questo studio indica una differenza nell’organizzazione
anatomo-funzionale della risposta (non necessariamente differenti sensazioni)
presente già alla nascita. [Cfr. Developmental Psychobiology 65 (7): e22419, November 2023].
Il dimorfismo sessuale nella risposta
allo stress si determina nella pubertà. È già noto che
la pubertà è il periodo cruciale per lo sviluppo delle differenze fra i sessi
nei processi associati all’ansia, ma finora non erano stati individuati i
meccanismi molecolari. Emily C. Wright e colleghi hanno scoperto che gli androgeni
svolgono un ruolo chiave nella programmazione delle risposte allo stress
da sconfitta sociale, che solo nelle femmine riduce la socialità e aumenta la
vigilanza. L’imaging del Ca2+ mostra che l’attività neurale
del nucleo del letto della stria terminale (BNST) è accresciuta dalle
minacce sociali: questa risposta è più generalizzata nei maschi che durante la
pubertà non sono esposti agli androgeni. I dati emersi dallo studio indicano
anche che il BNST codifica le minacce immediate. [Cfr. PNAS USA – AOP doi:
10.1073/pnas.2306475120, 2023].
Attività nella corteccia visiva dei
primati minimamente guidata dai movimenti. La corteccia visiva
nei primati è, sia pure in minima parte, guidata da movimenti spontanei
compiuti dall’animale, come è stato dimostrato in Macaca mulatta da Bharath Chandra Talluri e
colleghi, che hanno anche rilevato che l’influenza del movimento sulla retina e
poi sulla corteccia visiva (V1, V2 e V3/V3A) può riflettere strategie
senso-motorie specie-specifiche. [Cfr. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-023-01459-5,
2023].
Scoperta per il mal di mare e d’auto una
via specifica segnalante mediante neuroni-CCK. Il male da
movimento (MS) è innescato da una via vestibolare, nella quale il ruolo
principale è svolto da neuroni vestibolari esprimenti CCK, e la proiezione
vestibolo-parabrachiale di questi neuroni è responsabile
della sindrome da cinetosi. La segnalazione è mediata dal recettore CCK-A che
potrebbe diventare bersaglio di nuovi farmaci contro il vomito da cinetosi. [Cfr.
PNAS USA – AOP doi: 10.1073/pnas.2304933120, 2023].
Sonno: lo status cellulare e molecolare
della barriera emato-encefalica come marker.
Nello studio della regolazione del sonno è emerso che durante il riposo
notturno si verifica un’interazione bidirezionale tra cervello e organi
periferici. Sofia Axelrod e colleghi hanno individuato una partecipazione della
barriera emato-encefalica (BEE) che controlla gli scambi molecolari tra sangue
e cervello durante il sonno di Drosophila. I ricercatori hanno scoperto
che la permeabilità della BEE è “finemente sintonizzata” con lo stato del sonno
dell’insetto: la deprivazione di sonno causa un aumento di permeabilità della
BEE, mentre l’abbassamento della pressione del sonno ristabilisce omeostaticamente
l’integrità della barriera. È emerso che, in Drosophila, la BEE regola
il sonno mediante la segnalazione mediata dalla proteina G Moody accoppiata al recettore.
Gli esiti dello studio suggeriscono che lo stato cellulare e molecolare della
BEE sia un biomarker del sonno. [Cfr. PNAS USA – AOP doi: 10.1073/pnas.2309331120,
2023].
Già nel Mesolitico i nostri predecessori
ancestrali si nutrivano di alghe e piante di acqua dolce.
Attualmente solo 145 delle 10.000 specie diverse di alghe costituiscono cibo
per l’uomo, quasi esclusivamente nel continente asiatico. La fama di superfood, per il loro elevato livello
proteico-nutrizionale ha generato nei paesi occidentali delle mode passeggere
e, mentre si parla di alghe e altre piante acquatiche come dell’alimentazione
del futuro, ottima anche per il cervello, un gruppo di archeologi ha annunciato
all’Università di York l’evidenza archeologica “definitiva” che i nostri
progenitori ancestrali durante il Mesolitico e il Neolitico avevano nella loro
dieta abbondanti quantità di alghe e vegetali di acqua dolce. Questo costume
alimentare sarebbe giunto attraverso i millenni fino al Medioevo. [Cfr.
Science Daily, 17 October
2023].
Gioco d’azzardo: il campo di
orientamento frontale della corteccia (FOF) potrebbe avere un ruolo.
Chaofei Bao e colleghi hanno identificato il FOF quale
nodo critico nel circuito neuronico per la rappresentazione dinamica
del valore delle azioni per le scelte in condizioni di rischio.
Si comprende che, in quanto questo processo è implicato nell’attività mentale
del giocatore d’azzardo, la definizione di un profilo normale di attivazione
del circuito del FOF potrebbe aiutare a definire una predisposizione alla ludopatia
più specifica di quelle attualmente ipotizzate solo sulla base di una
iperattivazione della VTA o di una somiglianza con l’anatomia cerebrale degli
psicopatici. [Cfr. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-023-01461-x,
2023].
Scommesse illecite dei calciatori:
difetto di concezione etica e gioco d’azzardo. Dalla scorsa
settimana il caso giornalistico delle scommesse illecite dei calciatori Fagioli,
Tonali, Zaniolo e altri è di costante attualità mediatica, e gli
approfondimenti che vanno oltre la cronaca hanno rivelato l’esistenza di un
numero impressionante di scommettitori legali[1],
fra i quali vi è una quota di persone, che sembra crescere ogni giorno nelle
stime, che infrange la legge diventando utente di siti web illegali. Nel
caso dei calciatori è in questione anche il rischio dell’illecito sportivo: ai
tesserati è vietato scommettere sulla propria disciplina sportiva, e gli
inquirenti stanno verificando per gli accusati anche la possibilità che abbiano
scommesso sulla propria squadra, magari truccando la partita in complicità con
avversari.
Il nostro interesse è stato suscitato dall’atteggiamento
di molti commentatori e dell’opinione pubblica: abbiamo rilevato una preoccupante
assenza di opinioni ispirate a concezioni etiche, sia sulla moda delle
scommesse (definita un “caso tutto italiano” da molti giornalisti)[2]
sia sugli illeciti e sui veri e propri reati[3].
Al fondo di ogni convivenza o consesso
civile vi è l’implicita condivisione etica elementare di ciò che è bene e ciò
che è male. È un presupposto in cui si incontrano ragione e morale; è quel
fondo su cui si basa la condivisione dei principi di diritto che danno luogo ai
codici penali. Generale e fondamentale, questo presupposto diviene problematico
da riconoscere quando ci si allontana dal nucleo dei bisogni primari e dei
danni materiali: così, se sono in questione comportamenti che a prima vista non
creano danni evidenti, la disparità di opinione sembra essere la regola, mentre
in alcuni casi la totale mancanza di opinione induce molti, prima di esprimersi
sul merito di un comportamento, a informarsi se è lecito secondo la legge e, a
seconda della risposta, a confezionare una razionalizzazione estemporanea.
In una società come la nostra, in cui siamo
tutti scolasticamente istruiti per obbligo di legge, si presume che ciascuno
sia in grado di formarsi opinioni e convinzioni da solo, senza andare a
interrogare saggi e filosofi, come facevano nell’antica Grecia, ma spesso senza
aver appreso l’arte di analizzare per comprendere e ragionare
per interpretare. Il nostro studio delle radici psicologiche e
antropologiche del pensiero, ci suggerisce che la nostra mente abbia bisogno, in
materia etica, di riferimenti certi o punti fermi, quali quelli dei paradigmi
filosofici e religiosi, per poter impiegare con efficacia le risorse cognitive
di cui dispone.
Se questo è vero, con la crisi
post-moderna di questi paradigmi si spiega la difficoltà da parte di molti nell’assumere
una posizione nei confronti di nuovi fenomeni di costume: se manca un principio
etico paradigmatico al quale ricondurre l’oggetto da giudicare, si rimane
incerti sul criterio da adottare. Alcuni cercano accostamenti con altre figure
comportamentali già connotate dalla doxa, ossia definite in modo
positivo o negativo dalla maggioranza mediatica; altri, a seconda che abbiano già
aderito al costume seguendo la moda o non abbiano avuto modo o tempo per occuparsene,
argomentano in difesa o si affrettano a dichiarare che “non c’è nulla di male”.
Non capita mai di sentire qualcuno che,
per le ultime “mode”, che vanno dal gioco d’azzardo online al piercing
al sopracciglio, dal drug-party al coprirsi di tatuaggi, affronti la
questione in termini di valore di senso rapportato a una visione del
mondo, dell’uomo e della vita. Sembra che si sia tutti obbligati a isolare il
fatto da ogni contesto che non sia quello della convenzione mediatica e si
possa scegliere solo tra due alternative: o l’adesione entusiastica alla moda o
la tacita approvazione, secondo il modello politico della liberale tolleranza
espressa dal presidente di uno stato democratico nei confronti delle
manifestazioni culturali delle minoranze etniche.
Nel mondo antico è esistito un nucleo di
valori etici comuni alle scuole filosofiche di Epicurei, Scettici e Stoici[4],
con la conseguente trasmissione per secoli di una concezione che ha fondato
antropologicamente una sensibilità, estesamente diffusa fra i popoli dell’Impero
Romano. Un nucleo etico rimasto in continuità col neoplatonismo cristiano, attraverso
Medio Evo ed Età Moderna, fino all’epoca contemporanea. A questa radice comune
all’antropologia classica e a quella cristiana si può riportare il senso ideale
di ciò che è nobile o vile per l’animo umano; e tale sensibilità ispira una frase
di Cartesio, che ci suggerisce una riflessione in funzione del tema che stiamo
considerando: “… non ho neppure un animo così vile da accettare da chicchessia
alcun favore che si possa ritenere che io non abbia meritato”[5].
È vile l’animo che accetta un favore non
meritato, nobile quello che aspira ad ottenere favore per un’opera che ritiene
possa valere, ma attende con umiltà il giudizio altrui, senza pretendere nulla.
Si tratta dell’applicazione particolare di un più generale principio etico: dare
e ricevere un compenso per il lavoro compiuto, conforme al precetto cristiano
del dare la giusta mercede a chi lavora; applicazione poi completata secondo il
principio di gratificare la virtù concedendo un premio per ciò che vada oltre la
semplice esecuzione di un dovere.
Secondo questo modo di sentire, è
evidente che cercare di ottenere somme di danaro senza averle guadagnate, o
addirittura arricchirsi col gioco d’azzardo, è spregevole e ignobile. Si tratta,
come è evidente, di un giudizio che deriva da un complessivo modo di stare al
mondo e concepire i rapporti umani: il denaro è il mezzo del compenso
che diventa mezzo per pagarsi da vivere, non è mai inteso come un fine;
il fine è l’uomo, come per Immanuel Kant.
Chi scrive ricorda che anni fa si durava
fatica a spiegare perché in Giappone non esistevano le lotterie, e la loro
introduzione fosse paragonata a una vera e propria rivoluzione: quella
millenaria civiltà riteneva che distribuire grandi somme di denaro a caso fosse
immorale e irrispettoso verso coloro che sacrificavano quotidianamente energie
e tempo della propria vita per guadagnarsi appena il necessario per vivere. [BM&L-Italia, ottobre 2023].
Notule
BM&L-21 ottobre 2023
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La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International
Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come
organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Quelli che scommettono sui siti web
autorizzati dallo stato, ossia con l’indirizzo appartenente al dominio “.it”.
[2] Sembra che nessuno ricordi che
in Italia non esistevano le scommesse legali fino a non molto tempo fa, e i
comici nostrani si facevano beffe degli Inglesi che scommettevano su ogni cosa.
[3] Non abbiamo qui affrontato la
questione dell’uso improprio della categoria diagnostica della “ludopatia”,
peraltro ancora controversa presso la comunità psichiatrica internazionale.
[4] Dopo Seneca, la centralità del
fine etico degli Stoici è divenuta pari a quella di Epicurei e Scettici. Sono
stati gli studi di Giovanni Reale che hanno messo in evidenza la portata e la
rilevanza per la storia della cultura occidentale di questa condivisione.
[5] Cartesio, Discorso sul metodo,
p. 70, Oscar Mondadori, Milano 2003.